Immerso nell'incantevole scenario dell'Alto Lazio, quasi a confine con la Toscana, il lago di Mezzano si presenta come un'isola di pace e rigoglio verde nel territorio di Latera
La zona, di origine vulcanica, è stata abitata fin dalla preistoria, come testimoniano i resti palafittici, i manufatti in ceramica, bronzo e legno, e i reperti paleontologici, riaffiorati a circa 10 metri di profondità nel lago di Mezzano, datati tra il XIII e il VII secolo a.C.
Oggi, questi preziosi reperti possono essere ammirati presso il Museo della Preistoria della Tuscia e la Rocca Farnese di Valentano, trasportandoci indietro nel tempo.
Numerosi storici identificano il lago vulcanico di Mezzano con il Lacus Statoniensis menzionato da Seneca nelle sue Quaestiones Naturales e descritto da Plinio nel suo trattato Naturalis Historia.
Il suo accesso, attraverso strade polverose e incontaminate, è riservato esclusivamente ai camminatori avventurosi, lontano dalla presenza e dalla manipolazione umana.
Le rive del lago sono circondate da canneti, che si fondono con la presenza dell'emissario Olpeta, creando un ambiente umido popolato da una ricca varietà di uccelli.
I canneti sono abbracciati da terreni destinati al pascolo, e poco oltre, si ergono i tipici versanti dei bacini vulcanici, ricoperti di alberi. In particolare, spicca il bosco di Monte Rosso, custode dei resti del Castello di Mezzano, di origine longobarda, distrutto nel corso del XIV secolo.